Gianni Zonin

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Gianni Zonin (Gambellara, 15 gennaio 1938) è un imprenditore e banchiere italiano, con la società di famiglia è il principale produttore di vino in Italia e dal 1996 al 2015 è stato presidente della Banca Popolare di Vicenza, finita poi nel crac.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Diplomato in enologia e laureato in giurisprudenza.[1] Nel 1967 assume la presidenza dell'azienda di famiglia Casa Vinicola Zonin. Espande le attività di famiglia in undici regioni diventando il primo produttore italiano di vino. Ha guidato l'azienda vinicola Zonin fino al 2016, trasferendo progressivamente già dalla fine degli Novanta le quote di proprietà ai tre figli.[2]

Nel 1996 diventa presidente della Banca Popolare di Vicenza.

Vicende giudiziarie[modifica | modifica wikitesto]

Nel novembre 2015, in seguito a un'ispezione della Banca centrale europea, abbandona l'incarico nella banca vicentina e viene indagato per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza con l'ex direttore generale Samuele Sorato e l'ex vice direttore Emanuele Giustini.[3] L'indagine viene chiusa nel luglio 2017 con il rinvio a giudizio di Zonin e altri quattro ex dirigenti della banca vicentina.[4]

Il 15 febbraio 2018 il giudice dell'udienza preliminare, Roberto Venditti, ha stabilito il sequestro conservativo di beni per 176 milioni di euro donati da Zonin ai familiari dopo l'inizio dell'inchiesta. Il danno per i risparmiatori della banca (a causa del calo di valore delle azioni, da 62,50 euro precipitate a 10 centesimi) ha fatto perdere 6 miliardi di euro a 118.000 piccoli azionisti.[5] Nel marzo 2018 il tribunale di Vicenza ordina un ulteriore sequestro di beni di Zonin per 19 milioni di euro.[6].

Il 19 marzo 2021 il tribunale di Vicenza, nel processo di primo grado, condanna Zonin a 6 anni e 6 mesi in primo grado nel processo per il crack dell'istituto vicentino. Per lui la pubblica accusa aveva chiesto 10 anni. I reati contestati sono, a vario titolo, aggiotaggio, ostacolo agli organismi di vigilanza e falso in prospetto.[7][8][9]

Il 10 ottobre 2022 la condanna viene confermata anche in appello riducendo però la pena a 3 anni e 11 mesi.[10]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere del lavoro - nastrino per uniforme ordinaria
«Laureato in Giurisprudenza si diploma poi in Enologia. Sin dalla prima giovinezza partecipa all'attività di famiglia. Quando, nel 1967, l'azienda familiare si trasforma nella Cantine Zonin S.pA, con sede a Cambellara, ne assume la Presidenza. Il costante sviluppo porta le Cantine Zonin ad ampliare sensibilmente i vigneti di proprietà con l'acquisizione di otto grandi aziende agricole distribuite nelle regioni vitivinicole di maggior prestigio e qualità, toccando complessivamente i 1000 ettari di vigneto specializzato. Le Cantine Zonin hanno complessivamente 280 dipendenti e registrano un fatturato di 120 miliardi di lire, dei quali il 36% sui mercati esteri. Giovanni Zonin è consigliere e membro della Giunta esecutiva dell'Unione Italiana Vini, membro del Comitato Direttivo dell'Associazione Industriali di Vicenza e Presidente della Sezione Bevande Alimentari, Consigliere dell'ASCOM di Vicenza, Presidente della Banca Popolare Vicentina. t Consigliere dell'Accademia Italiana della Vite e del Vino.»
— 2 giugno 1989

Note[modifica | modifica wikitesto]